Nazionale
Spalletti “Si gioca troppo? No. Le big sono attrezzate. E sui rigori…”
La conferenza stampa di Spalletti
Primo giorno di ritiro per la Nazionale di Luciano Spalletti, il ct azzurro ha parlato in conferenza stampa, in vista degli incontri contro Belgio e Israele di Nations League. Prime volte in azzurro per Di Gregorio, Gabbia, Pisilli e Maldini. Kean lascia il ritiro per problemi alla schiena: al suo posto convocato Lucca. Di seguito le parole di Spalletti.
ll campionato che segnali le ha dato? Si riparte per consolidare quanto visto di buono fatto a settembre?
“All’inizio si doveva cambiare qualcosa, ora invece si deve dare continuità. I nostri campioni hanno capito che fare bene in Nazionale può essere buono anche in ottica campionato. Chi fa bene in Nazionale fa bene anche nella propria squadra. Abbiamo a che fare con alcuni infortuni, dipende molto dalla pressione dei calciatori che può condizionare la fatica muscolare. Mi fa piacere averli visti entusiasti e di aver visto la gioia di vestire questa maglia, si va a giocare con spirito e fiducia”.
Riguardo gli infortuni. Si gioca troppo? Quanto conta il fattore spettacolo? Conviene giocare così tanto?
“Bisogna fare una diversificazione. Alcune squadre hanno meno giocatori rispetto ad altre. Ci sono delle squadre con 25 giocatori che gli viene permesso di giocare frequentemente, in virtù dei giocatori che hanno. A volte le riserve non hanno fatto bene come i titolari e allora vengono etichettati come giocatori di seconda fascia, ciò non li aiuta. Squadre come Inter, Juventus e Milan hanno a disposizione giocatori per giocare più partite.
Ci sono tante aspettative che spesso vengono deluse: fa la differenza il modo di interpretare il calcio. Tutti sanno fare uomo contro uomo nella metà campo avversaria, poi sono molto attenti in difesa chiudendo gli spazi. A volte si fanno lavori diversi dal punto di vista difensivo, non si deve essere lunghi come squadra, ci vuole compattezza ed equilibrio. Ci vuole chiarezza e pulizia di volontà e comportamento. Ad ogni modo, per me non si gioca molto: si deve essere attrezzati per giocare molto. Bisogna avere il coraggio di fare giocare i più giovani, di insistere, di farli crescere.
Ma se si guarda solo al risultato, tutto questo è difficile. Ci sono giocatori giovani con altissimo livello che non giocano. Altre squadre non hanno le coppe europee ma giocano tanto lo stesso. A queste in particolare modo fanno la differenza i giocatori che giocano meno, per fare rifiatare i titolari. Se si fanno questi ragionamenti vuol dire restare attaccati ad alibi, a creare difficoltà mentali ai propri calciatori. Si può giocare spesso e fare un calcio di alto livello, senza dimenticare l’avversario”.
Continuità: si vede nelle convocazioni. Sulle scelte di Pisilli e Maldini cosa ci sa dire?
“E’ facile: voi stessi siete alla ricerca di calciatori che hanno questa purezza tecnica. E’ il calciatore che ci manca Maldini: ha tante qualità e giocate incantevoli, oltre a reggere botta dal punto di vista di fisico. Ha corsa, sa giocare spalle alla porta. Qualche volta si assenta dal gioco. Ho visto una sua crescita importante.
Vediamo che effetto gli fa giocare qua questa settimana. Stare qua gli crea delle cose belle dentro che poi possono esplodere in giocate d’arte. Deve essere però più continuo. Ci dialogo volentieri perché credo abbia possibilità importanti. Pisilli sembra proprio un bel centrocampista: sa fare entrambe le fasi, De Rossi mi diceva che fa sempre goal in allenamento. Ha sia frequenza di passo che energia. Sa fare un po’ tutto. Quello che ha fatto vedere nelle ultime partite lo testimonia. Merita di essere qua e vedremo anche lui come farà questa settimana. Voglio portare solo 23 calciatori, non voglio dare la sensazione a nessuno di essere escluso. 6 rimarranno fuori probabilmente”.
Per giocatori di simile ruolo, per Zaccagni e Chiesa le porte sono aperte o chiuse?
“Un po’ aperte e un po’ chiuse. Zaccagni ieri ha fatto goal concludendo da seconda punta. Chiesa nella Juventus di Allegri ha sempre giocato in un ruolo simile. Ma può fare più ruoli. Zaniolo era un esterno ma ora Gasp lo fa giocare come seconda punta. Basta vedere che hanno piacere a stare dentro, non hanno il timore di sentire il fiato del difensore sul collo. Le caratteristiche che abbiamo detto i nostri giocatori le sanno fare, così come quelli che abbiamo lasciato a casa che sono papabili convocati. Bisogna vedere quando scendono in campo come reagiscono alla pressione di poter fare parte a una partita della Nazionale”.
Riguardo i due incontri di Nations League: vincerli può essere importante per provare a novembre cose con più leggerezza?
“Teoricamente sarebbe così, se riuscissimo a vincerle. Ma ci aspettano due partite toste. Dobbiamo avere la stessa consistenza avuta ultimamente ed essere squadra. Dobbiamo dimostrare che sappiamo comportarci di squadra e non deresponsabilizzarci ed essere un gruppo forte. Il goal arriva prima o poi: molti giocatori sanno farlo, anche i difensori. Si va avanti così, si cerca di migliorare giorno dopo giorno. Dopo la sconfitta contro la Svizzera i giocatori volevo reagire: questa reazione l’abbiamo vista in queste ultime partite”.
Ora siamo nella fase del rafforzamento: ha le idee chiare sul reparto difensivo? Molti in campionato giocano con 4 attaccanti, persino Conte ha lasciato la difesa a 3. è una moda che ritorna la difesa a 4?
“Sulla difesa: Gabbia ha fatto vedere di saper comandare il reparto difensivo. Ha dimostrato di essere un calciatore molto attento, mantiene sempre la linea molto alta, dialoga spesso con i compagni. Lo abbiamo convocato con piacere, finalmente abbiamo un giocatore del Milan, un club che può dare molto alla Nazionale. Gatti aveva un problema da mettere apposto. era nelle condizioni di dover recuperare, non aveva senso venisse, ma lo vogliamo al 100% in futuro.
Difensivamente siamo apposto. Sul modulo: per fare bene dovremmo avere un calciatore offensivo in più. Uomo che ci può dare più soluzioni anche durante la partita. Allo stesso tempo abbiamo molti centrocampisti che hanno confidenza con il goal. Dei 3 centrali, sarebbe ok portarne 5-6 e avere un attaccante in più. Questo lo possiamo fare, anche il giorno prima della partita. Riguardo questa moda della difesa a 4, ci sono dei cambiamenti negli ultimi tempi che dipendono dalla qualità dei giocatori in rosa. Nell’ultima partita che ho visto, Politano è tornato a fare tutta la fascia, facendo anche la fase difensiva molto bene.
Nel lavoro quotidiano gli allenatori trovano gli equilibri corretti. Vedo che ci può essere un’evoluzione in più sul fatto dei 3 centrali. In fase di possesso palla non si vede la differenza: ogni giocatore si adatta in base a come vuole ricevere il pallone. Per i giocatori bravi non dipende da loro, ma da come sono posizionati gli altri compagni. In questa moda vedo la possibilità di prenderci cose nuove, soluzioni nuove che possono essere poi decisive”.
Lukaku ha rinunciato al Belgio, Vlahovic non va con la Serbia. Giocare tanto potrebbe penalizzare la Nazionale? Sulla difesa sei preoccupato?
“Bisogna valutare ogni singola posizione di un calciatore. Va valutata in maniera profonda. Io penso che per me la Nazionale è un’emozione permanente, eccessiva forse. Anche per i calciatori mi sembra lo sia: stamani li ho visti felici di essere qua, questo fa la differenza. Bisogna anche credere ai calciatori: il dottore ci aveva avvisato che Kean non fosse al massimo, per cui era inutile obbligarlo a stare qua rischiando di aggravare la situazione. Noi vogliamo avere questo rapporto: bisogna valutare quanto interessa venire al calciatore e come sta. Bisogna analizzare queste situazioni di volta in volta. Sulla difesa è vero, abbiamo preso qualche goal di troppo. Ma la squadra sta bene in campo, disputa una buona fase difensiva. Ho l’urgenza di dimostrare agli italiani e voglio che siano orgogliosi di noi. Bisogna dimostrare attaccamento, voglia, professionalità ai nostri tifosi”.
Rigorini in campionato: Fonseca ha detto che queste cose condizionano le partite. Che ne pensa?
“Ieri ho visto la partita con Rocchi. Lui è stato impegnato tutto il tempo a fare valutazioni. A me rimane difficile entrare dentro il lavoro di altri. Ci sono delle gestioni che, a seconda di come le usi, ti crei dei vantaggi e delle difficoltà. Bisognerà vedere quale sia la ragione: al momento si stanno creando delle difficoltà. contatti sono tanti, bisogna riflettere su questo termine. Sono tutti contatti, difficile contestare questa parola. Ci vuole un impatto, che è diverso dal contatto. Le valutazioni le deve fare l’arbitro e il Var. Ci sono situazioni mezze mezze. Io sarei curioso di fare l’arbitro, che lascerei correre molto il gioco. Se è un Problema italiano? A volte può essere l’inverso, può essere la pressione, l’errore di valutazione. Per la terna arbitrale in Italia oggi è davvero dura, per non parlare dell’allenatore”.
Retegui: averlo così fa la differenza?
“Io sono contento quando vedo i calciatori crescere. Mateo aveva già dimostrato di essere un professionista straordinario, un goleador affidabile. Mateo è un calciatore esperto della nostra Nazionale, un calciatore forte. Se poi arrivano anche i goal, arrivano qua con ancora più entusiasmo e gli riescono cose ancora migliori”.
Fagioli e Ricci: analogie e differenze
“Ricci nel Torino fa anche la mezzala. Sono entrambi giocatori moderni, possono fare sia il mediano che il centrocampista. Noi abbiamo queste due partite: non voglio fare pensare che io preferisca più uno o l’altro in questo ruolo. La prima cosa che devo trasmettere è l’affetto ai miei calciatori. Poi ne devo scegliere 11. Ricci ha un po’ più di dinamismo rispetto a Fagioli. Quest’ultimo è più bravo nello stretto. Ad ogni modo, entrambi sono giocatori tecnici. Sono molto tranquillo con loro due. Ricci ha più impatto senza palla forse. Fagioli però ha mostrato di avere visioni che altri non hanno con la palla in fase di impostazione. Ricci lo avevo già portato, Fagioli sono stato criticato perché l’ho portato nonostante non avesse mai giocato. Mi devo fidare però di me stesso e della mia storia”.
Che esame è il Belgio?
“E’ un bell’esame. è una squadra molto forte, tra le più forti a costruire gioco con la linea difensiva. Hanno cambi di gioco, imbucate, reparto molto forte dal punto di vista della qualità e delle conoscenze. Non c’è Lukaku, , ma ci sono giocatori veloci che ti mettono in difficoltà. Lukaku è Lukaku, ma i nostri difensori sono abili con gli attaccanti fisici. Il giocatore meno strutturato e più veloce è più difficile da marcare. I miei difensori preferiscono marcare l’attaccante più fisico per questo motivo. Tedesco è un grande allenatore: ho avuto l’opportunità di conoscerlo e di parlarci. Ha le sue idee e non si fa influenzare. E’ un grande professionista: la sua squadra gioca un bel calcio”.
Quanta Dea c’è in questa Nazionale come modello?
“E’ così: si pesca dall’Atalanta. Ha un modello di calcio e di società davvero notevole. Gasperini è un allenatore molto stimolante da conoscere e da andare a scoprire. è molto riservato durante gli allenamenti. è un amico. L’Atalanta ci sta mettendo a disposizione molti dei suoi calciatori. Ha calciatori fisici, forti dal punto di vista di struttura. C’è inoltre il fatto che ha uno stadio capace di rappresentare bene il nostro Paese. Si vede in Champions come sono gli stadi. Bisogna metterci le mani e modernizzarli, non è solo una questione del calcio, ma è una questione sociale. La situazione degli stadi mi mette tristezza. Bisogna accelerare per essere moderni. Bisogna rifare gli stadi”.
La nostra domanda a Spalletti in conferenza
Riguardo Fagioli: cosa ne pensa della prestazione di Lipsia? può essere un nuovo punto di partenza?
“Lui ha qualità indelebili: giocando nella Juventus ci sono altri giocatori che possono giocare al suo posto, come Locatelli e Douglas Luiz. Aldilà di questo, mi sembra bello organizzato mentalmente: vuole far vedere il suo talento e noi siamo pronti a prendercelo”.
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