Serie A
Venezia, l’esperienza di Di Francesco per risalire dai bassifondi della laguna.
Tra le tre squadre neopromosse il Venezia è quella che sta manifestando più difficoltà di rimanere nella massima categoria calcistica italiana. La formazione arancioneneroverde guidata da Di Francesco ha raccolto solamente 4 punti in sette giornate, frutto di un pareggio contro la Fiorentina e una vittoria a Venezia contro il Genoa. Un gioco sicuramente propositivo in pieno Di Francesco-style, ma dovrà avere degli accorgimenti per non scendere subito dal paradiso al fondale della laguna.
Venezia, brilla Oristanio e Nicolussi Caviglia cresce
Sicuramente il calendario del Venezia non è stato tra i più benevoli. I lagunari hanno già affrontato big come Roma, Milan, Torino, la vera sorpresa della Serie A, Fiorentina e Lazio. L’ex tecnico del Frosinone sta trasmettendo i cuoi concetti propositivi alla squadra, che nonostante la neo promozione non rinuncia a proporre il proprio gioco anche contro gli avversari più ostili. Nel mercato estivo sono arrivati innesti importanti come Gaetano Oristanio dall’Inter e Hans Nicolussi Caviglia dalla Juventus.
I due giocatori hanno sicuramente alzato il tasso tecnico e le esperienze passate possono fare da chioccia ai giocatori meno abbienti al calcio d’alta quota. Il primo ha timbrato il cartellino una volta e ha mostrato una buona intesa insieme alla colonna portante della squadra Pohjanpalo. Il secondo, invece, vuole affermarsi come direttore d’orchestra della squadra lagunare, dimostrando di poter stare ad altissimi livelli.
Venezia, tanti errori individuali: per Di Francesco serve il sacrificio di tutta la squadra
Il Venezia di Di Francesco ha subito finora 12 gol in campionato, quarta peggiore difesa dopo Genoa, Como ed Atalanta. Tanti gol sono frutto di disattenzioni evitabili oppure errori come quello di Joronen nel derby veneto prima della sosta per le nazionali. Da registrare le buone prestazioni di Antonio Candela, classe 2000 ex Genoa, che Di Francesco sta utilizzando come braccetto di destra oppure esterno di centrocampo, sfruttando così le ottime capacità di corsa e fisico del difensore ligure. Una fase difensiva dove tutti i giocatori devono contribuire come vuole il tecnico e che richiede il calcio contemporaneo.
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