Serie A

La Juventus e i figli d’arte: il peso di Weah, Thuram e Conceicao

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Timothy Weah ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

 

Khéphren Thuram

Dei tre il legame più speciale è sicuramente con il figlio di Lilian. L’ex difensore ha vestito la maglia della Juventus nel quinquennio 2001/2006, conquistando, tra l’altro, tre scudetti, compreso quello revocato da Calciopoli. Khephren è arrivato dal Nizza questa estate per 20 milioni, più 0,6 di oneri accessori. Tra Champions League Serie A ha collezionato 12 presenze, di cui 5 da titolare (412 minuti). Finora 2 assist e un gol provocato a Udine, dopo una splendida incursione da trequartista. Anche lui ha dimostrato di essere molto duttile, alternando partite da mediano davanti alla difesa a mezz’ala in una linea a 4. Dopo qualche difficoltà iniziale, complice anche l’infortunio, nelle ultime tre gare è risultato sempre tra i migliori in campo. La media voto è di 6,92. Un diesel in crescita.

Francisco Conceicao

Elettrizzante. Se si potesse descriverlo con solamente un termine si potrebbe riassumerlo così il suo approdo nel massimo campionato italiano. Arrivato per ultimo nella rivoluzione del mercato estivo, il figlio di papà Sergio, ora allenatore ma ex centrocampista tra le altre di Lazio, Parma ed Inter, ha subito conquistato il mondo bianconero con la sua imprevedibilità e caparbietà. Preso dal Porto in prestito secco oneroso da 10 milioni (7+3 di bonus), la Juve sta già lavorando per acquisirlo in via definitiva, avendo una sorta di prelazione. Nel contratto con i lusitani c’è una clausola rescissoria di 30 milioni.

Nei nuovi arrivati è quello che avuto un migliore impatto: in Champions ha collezionato 3 presenze, condito dal gol “stile Messi” nella remuntada contro il Lipsia. In campionato, a parte i due turni saltati per infortunio e quello causa squalifica, è sceso in campo 9 volte, 6 dall’inizio, per un totale di 361 minuti. Una rete, due assist, abbastanza perché a Torino lo si invochi titolare ogni partita, per assistere e contemplare i suoi dribbling e la sua velocità palla al piede. Media voto 7,20. Chiesa fa già parte del passato.

Il peso dei figli d’arte nella Juventus: da Weah a Conceicao 

Una delle parole chiave che unisce il mondo della Juventus è famiglia. In questo nuovo corso il filo rosso che unisce la formazione allenata da Thiago Motta sono i figli d’arte che stanno crescendo sotto i consigli e le dritte del tecnico bianconero. Timothy Weah, Khéphren Thuram e Francisco Conceicao. Lo statunitense cerca il riscatto dopo una prima stagione travagliata. Gli altri due vogliono consolidarsi come pietre miliari della nuova Juventus.

Timothy Weah: il primo arrivato alla Juventus 

Weah, dei tre, è il primo che è approdato alla Juventus nella passata stagione, sotto la benedizione di padre George, che non ha mai nascosto la sua juventinità. Sotto la gestione Allegri sono state più le ombre che le luci, ma con l’arrivo del tecnico italo-brasiliano si sta vedendo un altro giocatore. L’ex giocatore del Lille, costato 11 milioni, cui aggiungere premi intorno ai 2, ha svoltato e le statistiche lo confermano: in campionato 7 presenze (per un totale di 357 minuti), di cui 4 da titolare, condite da 3 gol e 2 assist. Quattro le gare saltate per infortunio. L’altra differenza sta nel suo utilizzo: il giocatore americano è stato impiegato non solo a destro ma anche a sinistra al posto di Yildiz, a confermare l’indice di duttilità. Addirittura contro il Napoli ha fatto il falso 9 da subentrante. La media voto è 7,13. Certamente una rivincita.

 

Khéphren Thuram

Dei tre il legame più speciale è sicuramente con il figlio di Lilian. L’ex difensore ha vestito la maglia della Juventus nel quinquennio 2001/2006, conquistando, tra l’altro, tre scudetti, compreso quello revocato da Calciopoli. Khephren è arrivato dal Nizza questa estate per 20 milioni, più 0,6 di oneri accessori. Tra Champions League Serie A ha collezionato 12 presenze, di cui 5 da titolare (412 minuti). Finora 2 assist e un gol provocato a Udine, dopo una splendida incursione da trequartista. Anche lui ha dimostrato di essere molto duttile, alternando partite da mediano davanti alla difesa a mezz’ala in una linea a 4. Dopo qualche difficoltà iniziale, complice anche l’infortunio, nelle ultime tre gare è risultato sempre tra i migliori in campo. La media voto è di 6,92. Un diesel in crescita.

Francisco Conceicao

Elettrizzante. Se si potesse descriverlo con solamente un termine si potrebbe riassumerlo così il suo approdo nel massimo campionato italiano. Arrivato per ultimo nella rivoluzione del mercato estivo, il figlio di papà Sergio, ora allenatore ma ex centrocampista tra le altre di Lazio, Parma ed Inter, ha subito conquistato il mondo bianconero con la sua imprevedibilità e caparbietà. Preso dal Porto in prestito secco oneroso da 10 milioni (7+3 di bonus), la Juve sta già lavorando per acquisirlo in via definitiva, avendo una sorta di prelazione. Nel contratto con i lusitani c’è una clausola rescissoria di 30 milioni.

Nei nuovi arrivati è quello che avuto un migliore impatto: in Champions ha collezionato 3 presenze, condito dal gol “stile Messi” nella remuntada contro il Lipsia. In campionato, a parte i due turni saltati per infortunio e quello causa squalifica, è sceso in campo 9 volte, 6 dall’inizio, per un totale di 361 minuti. Una rete, due assist, abbastanza perché a Torino lo si invochi titolare ogni partita, per assistere e contemplare i suoi dribbling e la sua velocità palla al piede. Media voto 7,20. Chiesa fa già parte del passato.




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