Serie A

Brillano le leggende ma non il Milan: pareggio deludente nella serata dei 125 anni. Tifosi contro la società

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IL PROPRIETARIO DEL MILAN GERRY CARDINALE E L’AMMINISTRATORE DELEGATO GIORGIO FURLANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Ieri la celebrazione dei 125 anni del Milan è stata tutt’altro che una festa: molte polemiche e fischi assordanti hanno caratterizzato la fredda serata di San Siro. Il deludente risultato maturato contro il Genoa (attualmente al 13° posto in classifica) ha provocato un’importante reazione da parte della tifoseria rossonera, in particolare della Curva Sud, che fuori dallo stadio ha esposto duri striscioni di protesta nei confronti della società.

Tifosi contro la società

La serata di ieri, l’apoteosi in negativo di una stagione partita senza una salda dirigenza a capo di un club glorioso come il Milan. Jerry Cardinale ha preso in mano le redini della società rossonera nel periodo post Scudetto, in uno scenario contestato dall’entusiasmo e dal ritorno ai vertici. Tante parole e pochi fatti: mercato gestito male e assenza durante le occasioni più importanti (una su tutte, la celebrazione dei 125 anni del club di ieri appunto) da parte del proprietario americano. A ciò, si aggiunge l’operato sino ad ora deludente di Zlatan Ibrahimovic, forse ancora troppo “acerbo” per ricoprire la carica di Senior Advisor di una società così prestigiosa. E, “dulcis in fundo”, ora il Milan si ritrova a dover sanare un vendor loan di 700 milioni con Elliott.

La Curva Sud Milano ieri, poco dopo il triplice fischio del direttore di gara, si è schierata all’esterno di San Siro, esponendo due striscioni in segno di protesta che recitavano:

“Società Milan: vi abbiamo aspettato e sostenuto a oltranza, della vostra mediocrità ne abbiamo abbastanza”

e ancora

“Dirigenti incapaci, società senza ambizione. Non siete all’altezza della nostra storia”.

Una protesta che già era cominciata all’interno dello stadio, poco prima del fischio d’inizio di Milan-Genoa:

“Rendiamo onore ai nostri Campioni, simboli di un Milan che non esiste più”

sono state le parole esposte durante la parata delle leggende rossonere prima del match.

Fonseca e i tifosi

I sostenitori del Milan, dopo la serataccia di ieri, continuano a lamentare la mancanza di una società in grado di rappresentare la storia del club. Le prime tensioni erano nate l’estate scorsa, quando era in corso la scelta del successore di Pioli: a gran voce veniva chiamato Antonio Conte, ma alla fine i vertici di via Aldo Rossi hanno optato per Paulo Fonseca. I tifosi, pur riconoscendone i limiti, apprezzano la sincerità dell’allenatore portoghese, però ora (con la squadra relegata all’8° posto in classifica) desiderano una svolta. Il tecnico lusitano ha fatto sì sognare i tifosi nel derby scorso e nella serata del Bernabeu, ma ha allo stesso tempo perso altrettante occasioni d’oro per fare punti, come nelle sfide contro Torino, Cagliari e Parma (addirittura sconfitto da quest’ultima). Ultimo della lista, il Genoa stesso, arrivato a Milano con l’intenzione di difendere il pareggio.

Un mercato gestito male e la mancanza di un leader

Altro aspetto che certamente non ha soddisfatto il tifo rossonero è stata la gestione del calciomercato. Negli ultimi due anni, gli unici giocatori che hanno reso sono stati Reijnders (seppur arrivato all’apice nella stagione corrente) e Pulisic. Di buona prospettiva potrebbe essere Fofana che, nonostante un inizio complicato, ora è titolare inamovibile a centrocampo. Nella lista delle “delusioni” invece rientrano Loftus-Cheek (crollato totalmente nelle prestazioni dopo l’addio di Pioli), Chukwueze, Okafor, Abraham, Pavlovic e Emerson Royal (questi ultimi forse ancora veramente da scoprire). Ma i problemi non finiscono qua: i tifosi iniziano a lamentare una mancanza di leadership all’interno dello spogliatoio, condita da atteggiamenti insofferenti da parte dei pilastri della squadra rossonera. Fonseca ha usato il pugno di ferro con Leao, Theo, Calabria, ma i risultati ottenuti sono mediocri se si pensa al rendimemento dei 3 giocatori in questione prima dell’arrivo del tecnico portoghese.

Il Milan ora più che mai ha bisogno di un faro che possa illuminare il cammino della squadra e dell’intera società: in ballo c’è una stagione da riprendere e un blasone da difendere.




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