Serie A
Hummels: “Ho scelto la Roma per De Rossi. Con Juric non so perché non giocavo”
Il difensore tedesco della Roma Mats Hummels ha rilasciato un’intervista a il Messaggero pochi giorni prima del derby contro la Lazio. Andiamo a vedere le sue dichiarazioni.
Come mai la scelta della Roma?
“L’ho scelta per De Rossi. Daniele mi ha fatto subito un’ottima impressione”.
E cosa ha pensato dopo che è stato esonerato?
“È stato uno choc non solo dal punto di vista calcistico ma anche a livello personale. Anche perché nemmeno una partita dal mio arrivo e già non c’era più. Ho un figlio che vive a Monaco, avevamo parlato di soluzioni per facilitare questo rapporto con Daniele, l’esonero ha scombussolato tutti i piani”.
Le piace vivere a Roma?
“La amo. Adoro la sua cultura, la sua gente. Il meteo non è poi così male. Mi piacciono le sue vibrazioni, è piena di persone carine, rispettose, curate anche nell’abbigliamento.
Perché non giocavi mai con Juric?
“Aveva le sue idee di calcio, su come giocare, le sue opinioni. Evidentemente non ero abbastanza in condizione per essere funzionale al suo gioco, ma non ho avuto nessun problema con lui. Non mi ha dato la possibilità di giocare e basta. Credo tra l’altro sia una brava persona. Una situazione anomala, in 18 anni di carriera avevo sempre mostrato il mio valore, anche nelle grandi partite”.
Nel calcio può accadere che un allenatore non veda un calciatore. Il fatto è che lei non ha mai avuto una possibilità. Come è stato possibile?
“Non so il motivo. Se un giorno lo rivedrò glielo chiederò perché, ripeto, con me è stato sempre gentile e carino. Il problema è che quando faceva la formazione io non c’ero mai. Non posso dire di più su questo, veramente non lo so”.
Cosa ha pensato quando Juric l’ha fatta entrare a Firenze sul 4-1, con la squadra in 10 e ormai a partita chiusa?
“Mi sono detto di non fare niente di stupido, di giocare semplice. Nemmeno il tempo di pensarlo che ho fatto autogol. A quel punto mi è venuto quasi da ridere, era un momento in cui stava andando tutto male. Nella mia vita ho sempre cercato di affrontare le situazioni negative con umorismo, filosofia e lavoro, pensando che poi le cose prima o poi si aggiustano”.
Quali parole ha utilizzato Ranieri per recuperarla?
“È venuto, mi ha preso da parte già il primo giorno e ha cominciato a parlare dicendo che mi conosceva, che mi ha sempre seguito negli ultimi dieci anni, che gli piaceva il mio modo di giocare e che aveva visto sia la semifinale, sia la finale dell’ultima Champions. Non aveva dubbi che avrei avuto un ruolo importante con lui. Mi ha subito detto che mi avrebbe fatto giocare e che avevo la sua fiducia”.
A che punto è la sua condizione fisica in vista del derby?
“Se non fossi stato male un paio di volte, parleremmo del 100%. E invece un paio di influenze mi hanno un po’ debilitato. Sto però recuperando il ritmo partita, mi alleno con regolarità e sto tornando in forma, nel complesso sono contento”.
Le piacerebbe trovare ancora Ranieri l’anno prossimo alla guida della Roma?
“Parliamo di un grande allenatore, l’ho capito dal primo momento in cui l’ho visto. Ha una naturale autorevolezza, si intende di giocatori, non deve alzare la voce per farsi capire e ascoltare. È gentile, sarebbe un grande tecnico per qualsiasi squadra, specialmente a Roma. Intanto devo capire cosa farò, ma lui sicuramente è un grande, da tenersi stretto”.
In carriera ha giocato con molti campioni. Dybala è uno di questi?
“Ho amato Paulo per tanti anni, vederlo giocare era sempre bello, vede le cose in modo diverso rispetto agli altri, come quel passaggio per Pellegrini a Milano sul finale di partita. E’ molto intelligente, un sinistro magico, ed è un bravissimo ragazzo. Poter giocare con lui è una delle ragioni per cui sono venuto qui”.
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