Serie A

Collina: “Perugia-Juve? Visti campi peggiori. Voglio proporre una nuova regola…”

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Pierluigi Collina, ex arbitro e dal 2017 Presidente della commissione arbitrale della Fifa, in un’intervista a La Repubblica dice la sua sui fuorigioco determinati dalla tecnologia del VAR, anche se la cosiddetta “luce” tra attaccante e difensore è di pochi centimetri. Scelta che a tanti tifosi non piace moltissimo:

“L’accuratezza è sempre un vantaggio, a 40 metri dalla porta forse due centimetri non sono determinanti ma in area di rigore lo diventano. C’è chi propone di mettere però una soglia: a volte le soluzioni risolvono il problema, a volte ne crea di peggiori. Fino a quanto i centimetri non sono rilevanti? Due, cinque, dieci? Oggi grazie alla tecnologia abbiamo una certezza quasi assoluta”.

Collina poi fa una proposta, sui calci di rigore, che dal suo punto di vista sono penalizzanti per il portiere visto che, anche in caso di parata, rischiano comunque di subire gol sulla ribattuta:  

“Credo ci sia un gap eccessivo tra attaccante e portiere: già si segnano il 75% di penalty assegnati, in più c’è anche la possibilità di giocare dopo la respinta. I portieri dovrebbero lamentarsi. Quindi che fare? Una soluzione è l’one shot. Anche in partita si possono introdurre i rigori che solitamente si calciano dopo i supplementari: non c’è respinta, o fai gol o si riparte da calcio di rinvio. E così si eviterebbero anche i teatrini con tutti intorno all’area prima del penalty”.

Sempre nell’intervista a La Repubblica, Collina torna a parlare anche di Perugia-Juventus del 2000, sospesa per pioggia e poi ripresa nonostante le condizioni molto precarie del campo, con pareggio finale che costò lo scudetto alla Juventus:

Quello che fu sicuramente anomalo, fu il tempo tra quando fu sospesa la partita e quando riprese. Ma le condizioni del campo non erano poi così brutte, abbiamo visto situazioni peggiori. Chi era lì lo scrisse sul giornale e i giudizi furono unanimemente positivi.”

Infine Collina ha svelato che la sua carriera poteva finire prima ancora che avesse la possibilità di avvicinarsi al calcio che conta, raccontando un aneddoto personale:

“Non ho mai avuto la tentazione di abbandonare il campo per insulti ricevuti ma qualcuno ha provato a farmi smettere di arbitrare perché persi tutti i capelli. A 24 anni, per colpa dell’alopecia totale, sono rimasto senza capelli. I vertici arbitrali mi fermarono 3 mesi, ho pensato fosse un’ingiustizia. In seguito mi fecero fare un test a Latina per vedere che effetto facessi alle persone. Sono grato a quelle persone, non gli poteva fregare che un arbitro non avesse capelli”.




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