Champions League
Milan, è davvero tutta colpa di Theo Hernandez?
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La debacle europea del Milan sembra avere un nome e un cognome: Theo Hernandez. Unico bersaglio dei tifosi rossoneri anche a quasi ventiquattr’ore di distanza dalla scottante eliminazione dalla Champions League per mano del Feyenoord.
Il calcio è uno sport di squadra, si vince insieme e si perde insieme. Un concetto banale che spesso viene ripetuto all’interno di uno spogliatoio per fare gruppo, ma che mai come questa volta deve riflettere la situazione in casa Milan. Vero, la prestazione di Theo contro il Feyenoord è stata indecente, e prima della sua espulsione, il Milan (seppur in situazione di parità nel punteggio complessivo) era in pieno controllo del match. Altrettanto vero che con ogni probabilità, senza la sciocchezza del terzino francese, i rossoneri avrebbero ottenuto la qualificazione agli ottavi di Champions. Ma è giusto dare a lui tutta la colpa del disastro europeo?
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Chi è senza peccato…
Prima della partita di San Siro contro il Feyenoord, il Milan era già stato a novanta minuti di distanza dagli ottavi, novanta minuti che si sono giocati il 29 gennaio a Zagabria, contro la Dinamo. A Conceiçao bastava una vittoria, sulla carta facile, contro i croati, per assicurarsi il pass diretto agli ottavi ed evitare la “seccatura” dei play-off. L’espulsione di Musah e l’errore di Gabbia hanno però condannato il Milan a disputare altri 180 minuti per poter rientrare tra le prime sedici. Perché i loro errori non vengono messi sullo stesso piano di quello di Theo?
Nell’andata dei play-off, in terra olandese, Maignan ha indirizzato subito la gara a sfavore dei suoi compagni, facendosi sfuggire al terzo minuto di gioco, un tiro non irresistibile di Paixao. A tutti gli effetti, è stato il gol che ha deciso la qualificazione, dato il pareggio del ritorno. Il portiere francese è meno colpevole del suo compagno di Nazionale?
Infine Conceiçao, non in grado di fare risultato a Zagabria, finito sotto accusa dopo i cambi scellerati nel secondo tempo (fuori Gimenez per Fofana e Abraham inserito a meno di dieci minuti dal termine), è meno colpevole degli altri? A lui l’arduo compito di risollevare un morale a pezzi e un ambiente sempre più ostile verso alcuni giocatori. Una missione che dovrà realizzare nel minor tempo possibile se si vuole tentare di salvare il salvabile. Uscire dalla Champions ai sedicesimi, a venti giorni di distanza da un mercato invernale di tale portata è un disastro, non qualificarsi alla prossima edizione, sarebbe qualcosa che va persino oltre.
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