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Intervista a Claudio Gentile: “Guardo la Juve e spengo la tv…”

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Claudio Gentile

Campione del Mondo con l’Italia nel 1982 e pluricampione con la Juventus di Trapattoni tra gli anni 70 e 80, Claudio Gentile ha rilasciato un’intervista a “La Gazzetta dello Sport ” in cui parla senza filtri della Vecchia Signora.
“Guardo tutte le partite della Juventus, ma spesso non arrivo al novantesimo. Spengo la televisione dalla rabbia. L’ultima volta mi è successo mercoledì, contro il Parma: quando ho visto come Kelly ha marcato Pellegrino in occasione del gol, non ho più resistito”.

L’intervista a Claudio Gentile

“Da vera Juventus come la intendo io, vedo poco. Probabilmente Yildiz, un bel talento che penso sarebbe piaciuto anche all’Avvocato: ma da solo il turco non può bastare. Il resto mi mette amarezza, come i risultati. Ai miei tempi c’erano grandi personaggi come l’Avvocato Agnelli e Boniperti che fin dal primo giorno ti dicevano: ‘ragazzo, qui sei alla Juventus e certe cose non le puoi fare: è un club diverso’. Avevano ragione. La Juventus è unica per la sua mentalità vincente. Quando giocavo io, arrivare secondi era considerata una mezza tragedia, adesso ci si aggrappa al quarto posto… La Juventus deve almeno lottare per lo scudetto e non essere così lontana dalla vetta”.

Stagione più fallimentare o deludente? 
“Deludente, ma da tutti i punti di vista. In estate c’erano euforia e grandi aspettative, però pian piano è svanito tutto. Non la penso così soltanto io, ma anche la gran parte dei tifosi con cui mi confronto quotidianamente”.

Chi ha le maggiori responsabilità? 
“L’allenatore è sempre il primo a pagare e infatti Thiago Motta è stato esonerato. Sicuramente aveva le sue responsabilità e mi dispiace molto: a Bologna aveva abbinato bel gioco e risultati. Ma la Juventus è un club diverso e bisogna vincere. Me lo hanno insegnato Boniperti e i vecchi dello spogliatoio quando arrivai a Torino 19enne. Con Boniperti, dopo una stagione così, sarebbe stato quasi impossibile guadagnare bene l’anno successivo”.

È più deluso da Koopmeiners, Douglas Luiz o Nico Gonzalez? 
“Non mi piace fare nomi, però certe delusioni sono sotto gli occhi di tutti. Vale il discorso fatto per Thiago Motta e il Bologna. Con tutto il rispetto per il Napoli, la Juventus è un club differente. E a Torino devi sempre provare a vincere”.

I bianconeri, attualmente quinti a meno uno dal Bologna quarto, si qualificano per la Champions? 
“Lo spero con tutto il cuore, però dopo Parma mi è venuta un po’ di paura”.

La prossima stagione confermerebbe Tudor sulla panchina della Juventus o punterebbe sul ritorno di Conte? 
“Tudor è a Torino da poche partite e alla Juventus un allenatore viene giudicato in base ai risultati: vediamo alla fine dove sarà arrivato, è ancora presto”.

Il Conte bis in panchina? 
“Antonio è un vincente e conosce la Juventus come pochi, il suo ritorno sarebbe positivo. È sempre utile e prezioso avere persone che sanno spiegare ai giocatori dove si trovano e che maglia indossano”.

Pensa anche a Chiellini, oltretutto già in società? 
“E’ una leggenda e un ragazzo di valore: Giorgio merita di stare al centro della Juventus. Boniperti, quando le cose non andavano, prendeva da parte i giocatori e spiegava che cos’è la Juventus. Chiellini può fare lo stesso, ha il dna bianconero. E poi è stato un grande difensore, uno degli ultimi… Vedere gente che marca è sempre più raro, ormai si guarda soltanto se un centrale sa impostare da dietro”.

La Juventus, dopo un mercato da oltre 200 milioni e 12 colpi stranieri su 13, ha messo nel mirino Tonali del Newcastle: basta il centrocampista azzurro per far compiere il salto di qualità ai bianconeri? 
“Sarebbe un bel rinforzo, italiano. E sono convinto che alla Juventus diventerebbe ancora più forte. Ma di acquisti di spessore ne serviranno almeno uno per reparto per tornare a lottare fin da subito per lo scudetto. Una nuova rivoluzione non sarebbe da Juve, però bisognerà alzare il livello della squadra”.

Quale campione dei suoi tempi servirebbe di più a Tudor per centrare la qualificazione in Champions? 
“Paolo Rossi, un goleador speciale. Vlahovic e Kolo Muani non segnano da un po’, ma anche questo con Boniperti non sarebbe successo: Giampiero si sarebbe inventato qualcosa per aiutarli a sbloccarsi”.




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