Calcio Internazionale
L’ex Juventus Paul Pogba: “Non volevo più restare a Torino, perdevo i capelli per la depressione. E sul futuro…”
L’ex bianconero si è raccontato a 360° in un intervista a GQ France

Paul Pogba intervistato dal magazine GQ France, si è aperto ed ha parlato del momento complicato che ha vissuto a causa della squalifica per doping dell’estate 2023.
“Prima di tutto, non vedo l’ora di giocare… Sai, è passato così tanto tempo da quando ho giocato a calcio. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi libero in questo periodo della stagione. Non ho mai vissuto un trasferimento del genere”, ha detto l’ex calciatore bianconero.
Pogba, tornato alla Juventus nel 2022 a parametro zero, ha ammesso che nonostante tutto moltissime opportunità gli si sono già presentate proprio nelle ultime settimane: “Oggi ci sono proposte. Arrivano da ogni dove. Anche dall’Europa? Da ogni dove. Voglio vedere cosa mi si addice di più. Perché sono in un periodo cruciale della mia vita e della mia carriera. È una decisione che prenderò il tempo di soppesare. Queste prove mi hanno dato una determinazione in più. Mi sento come un bambino che vuole diventare un professionista. Sono tornato ad essere il piccolo Paul Pogba di Roissy-en-Brie, che lascerà il segno”.
Pogba poi racconta anche della sua esperienza al Manchester United: “Sono caduto in depressione senza nemmeno rendermene conto. Perché nessuno ci insegna cosa sia la depressione. Finché non ho iniziato ad avere buchi nel cuoio capelluto. Non capivo cosa fosse. Mi hanno detto che era stress”.
L’ex bianconero ha poi raccontato anche del periodo della squalifica: “Se mi avessero dato quattro anni, avrei smesso di giocare a calcio. Non volevo dirlo pubblicamente, ma è quello che ho pensato. Non ho capito. Perché? Mi hanno dato la pena massima, il che significa che non avevano davvero ascoltato nulla di quello che avevo detto loro. Tutto quello che mi è successo mi ha fatto cambiare. Ho visto cos’era la vita ‘vera’. Ha agito su di me come una pulizia completa. Ho impiegato dieci anni in una volta sola”.
E sugli ultimi delicati momenti vissuti a Torino: “Prendevo la palla e giocavo da solo fuori. Mi arrangiavo con quello che avevo. Ma non volevo restare a Torino. La mattina portavo i miei figli a scuola, ed era proprio accanto al campo di allenamento, che sofferenza“.
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