“È stata una trattativa lunga perché dovevo prima risolvere qualche dettaglio col Sassuolo, già da un paio di settimane si parlava del mio arrivo all’Ascoli, squadra che ho voluto fortemente perché mi avevano parlato bene e poi conoscevo il Mister che avevo avuto a Sassuolo. E questa è stata una spinta maggiore per arrivare in bianconero. Qui ho trovato un gruppo sano, importante, giovani forti e un buon mix con quelli di esperienza. Molti ragazzi li avevo affrontati da avversari, su tutti Falasco”.
Adjapong, prevalentemente terzino ed esterno di centrocampo, è un calciatore universale, in carriera ha ricoperto tutti i ruoli di movimento, ad eccezione della punta. Il calciatore racconta il periodo di formazione nelle giovanili del Sassuolo:
“Nasco esterno di attacco, ma, l’anno in cui ero agli Allievi, Mister Bedogni decide di mettermi terzino. Quando sei più piccolo hai solo voglia di fare gol, quindi ero arrabbiato, ancora non capivo. Il Mister mi diceva che secondo lui il mio ruolo in futuro sarebbe potuto essere il terzino. L’anno seguente salii in Primavera e Mister Mandelli mi schierò terzino destro. Da lì è partita la scalata. Anche se all’occorrenza, quando c’era da ricoprire un altro ruolo, l’ho fatto: esterno, mediano, mezzala, terzino sinistro, mi chiamano jolly per questo. L’aver ricoperto ruoli differenti nelle giovanili mi ha aiutato ad essere pratico e duttile. L’anno scorso con Stellone alla Reggina sono stato impiegato anche come difensore centrale di destra quando giocavamo a tre. Quando c’è da aiutare la squadra ci si mette a disposizione e si cerca di fare il meglio possibile”.
Di lui Mister Bucchi ha detto: “Ha avuto un inizio carriera straordinario, su di lui c’erano grandi aspettative, poi qualche difficoltà ha rallentato l’ascesa”. Adjapong ha bruciato tutte le tappe esordendo a 17 anni in A contro la Juventus e poco dopo in Europa League col Rapid Vienna:
“Vero, c’erano tante aspettative su di me, ne parlavano tutti, poi c’è stato un rallentamento, hanno influito qualche infortunio e scelte diverse di qualche allenatore. Due anni fa a Lecce stavo facendo bene, stavo giocando con continuità, ma mi sono rotto il tendine di Achille. Ora sono felice d’essere qui, la Società mi ha fatto tre anni di contratto, questo significa che posso lavorare per il futuro e devo cercare di tornare quel giocatore di cui tutti parlavano, sta solo a me lavorare in campo e cercare di dare il massimo”.
In maglia bianconera è subentrato due volte: a Donati a Perugia come terzino destro, a Giordano col Parma a sinistra. Due match poco fortunati per l’Ascoli, ma, soprattutto contro gli emiliani, Adjapong ha fatto vedere buone giocate sulla fascia:
“Pian piano sto cercando di prendere la forma fisica, mi sono sempre allenato, quando sono arrivato qui i miei compagni avevano già giocato cinque partite, quindi mi mancano i minuti nelle gambe, spero di prenderli il più velocemente possibile. Nelle ultime due partite in generale è mancata la cattiveria. Analizzando le partite col Mister è emerso che in molte occasioni avremmo potuto fare scelte diverse. La B è così, quando non vinci devi fare in modo di non perdere, invece abbiamo preso due schiaffi e ora con la sosta dobbiamo rimetterci a posto e analizzare le lacune per andare a Benevento col fucile puntato e più carichi che mai”.
Il Benevento è reduce da due sconfitte e proprio oggi ha annunciato il nuovo tecnico Fabio Cannavaro:
“Conosciamo le caratteristiche dei giocatori del Benevento, altissimo livello nei nomi e nelle qualità. E’ una squadra che spende molto per cercare di salire, ora che hanno cambiato Mister a maggior ragione avranno ancor più voglia e fame di fare un’ottima prestazione. Ma noi non siamo da meno, andiamo là avvelenati e col coltello fra i denti perché possiamo e dobbiamo fare bene. In settimana nello spogliatoio ci siamo detti che dobbiamo svoltare, questa è una piazza calorosa, i tifosi si aspettano tanto, vogliono che i giocatori sudino la maglia ed è quello che dobbiamo fare se vogliamo fare qualcosa di importante. Sappiamo che dobbiamo metterci qualcosa in più degli altri. Anche in allenamento dobbiamo alzare l’asticella, se c’è da dare una scarpata in più, si dà, si chiede scusa e ci si alza per correre più forte di prima”.
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