Short Track
Short track: Arianna Fontana potrebbe cambiare nazionalità in vista delle prossime Olimpiadi?
Arianna Fontana potrebbe clamorosamente cambiare nazionalità in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026? La possibilità che ciò accada non è così remota.
Le acque agitate tra Arianna Fontana e la Federazione, deflagrate durante le scorse Olimpiadi, pare non essersi del tutto calmate… anzi.
Proprio oggi infatti la bicampionessa olimpica, sul suo profilo instagram, ha fatto trasparire tutto il suo malessere per una situazione che non si sarebbe ancora ricomposta, lasciando trapelare l’ipotesi di un clamoroso cambio di nazionalità. A questo punto potremmo pensare in direzione USA, nazione di nascita di Anthony Lobello, suo marito oltre che allenatore.
Tutto il movimento sportivo azzurro può permettersi di vedere la sua più grande campionessa nello Short-Track, oltre che una della più grandi di sempre in senso assoluto, gareggiare con i colori di un’altra nazione, specie nelle Olimpiadi di casa? Se così fosse sarebbe una sconfitta per tutto il movimento.
“Lascio Salt Lake City dopo aver rimesso i pattini ed esplorato nuove opzioni. Ho deciso di aggregarmi al viaggio che Anthony aveva già in programma qui per vedere cosa hanno da offrire gli Stati Uniti e SLC nel caso dovessi continuare il mio viaggio olimpico. Vorrei ringraziare gli allenatori e i gruppi d’allenamento con cui ho pattinato mentre ero qui. Grazie per aver accolto me e il mio allenatore a braccia aperte
È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che vi ho aggiornato sui problemi che ho dovuto e devo affrontare. Purtroppo non ci sono state comunicazioni costruttive sulla mia partecipazione ai Giochi Olimpici del ‘26 da parte della FISG dopo che, dall’aprile scorso, ci sono state ammissioni, da parte del presidente della FISG, di errori commessi e fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile.
La strada davanti a me non è facile, ma so che non tollererò più che il personale tecnico e federale prenda decisioni per isolarmi senza assumersi la responsabilità di queste decisioni.
Alla base della nostra società c’è il senso di responsabilità nei confronti delle proprie azioni e parole. Non vedo perché dovrebbe essere diverso nello sport. Negare e non affrontare i problemi ha solo creato più problemi e so che non posso avere quel tipo di persone o problemi intorno a me se decidessi di continuare.
Questo non è mai stato un “anno sabbatico”, non ho gareggiato perché non posso giustificare di gareggiare per una federazione che condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti. Finché quelle decisioni e azioni saranno approvate, non tornerò e se dovessi decidere di competere in futuro, il mio percorso sarà completamente separato da quello che il direttore tecnico e il suo staff hanno pianificato per il gruppo italiano. In quel caso, mi dispiacerà non allenarmi con il resto degli atleti italiani, ma la mia fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile.
Ho davanti a me decisioni importanti da prendere e tutte le carte sono sul tavolo, anche quelle che pensavo non avrei mai preso in considerazione.”
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