Complimenti per come ha gestito le critiche in questa stagione. Si può pensare di abbassare un po’ il baricentro domani?
“Io leggo e ascolto poco ma so tutto. La mia grande fortuna però è che leggiamo poco. Sulle scelte sappiamo cosa succede: in base al risultato vedi dove ha giocato tizio o caio. E’ una scelta continua, il mestiere lo impone. Per quel che riguarda domani uno ha in mente qualcosa ma non sai mai dove va la partita. Tutta la squadra deve coprire il campo al meglio, sapendo che affrontiamo una squadra che indipendentemente da Leao o no ha vinto il campionato ed è in semifinale di Champions”.

Come vive questo momento a livello personale?
“Siamo a 90′ da un sogno che avevamo con questi ragazzi che ho la fortuna di allenarli. Grazie a loro siamo arrivati alla finale di Coppa Italia. Abbiamo lavorato molto bene durante la sosta, pur non avendo i giocatori reduci dai Mondiali. Ora con partite così ravvicinate è stata forse una fortuna non avere tepo a cui pensare perché in campionato cinque partite fa eravamo lontani da un obiettivo basilare. Ora ci manca l’ultimo passo ma la nostra testa è a domani e sappiamo di essere molto vicini. Ma dobbiamo giocarla”.

Come hai fatto a trasformare Calhanoglu in regista?
“Ci è venuto a mancare Brozovic e in quel momento ho pensato potesse essere la soluzione più importante. Il ragazzo è stato bravissimo, come Darmian da terzo di difesa che non aveva mai fatto. Ho la fortuna di allenare giocatori di grandissima qualità che si adattano alle situazioni. Fece lo stesso Luis Alberto, era un attaccante esterno ed è diventato una mezzala tra le più importanti d’Europa”.

Avete la sensazione che dipenda solo da voi, se l’Inter gioca da Inter?
“Assolutamente sì. Sappiamo chi andremo ad affrontare ma anche che siamo in un ottimo momento e che siamo pronti per una gara di questo livello. Ci siamo già passati contro il Benfica, anche se non era un derby ma il vantaggio era identico. Anche il Sassuolo è stato insidioso e siamo stati bravi a superarle e vincere”.

E’ più pericoloso il “braccino” o il sentirsi già in finale?
“La squadra è matura, seria. Sappiamo di non aver fatto ancora nulla. Non dobbiamo speculare o gestire, dobbiamo fare una partita di corsa e determinazione. Il braccino non deve venire, abbiamo giocato finali, abbiamo campioni d’Europa e del mondo. Ho giocatori importanti che sanno il valore della partita, dovremo giocarla come abbiamo fatto negli ultimi derby e negli ultimi mesi”.

La partita può essere spartiacque, come diceva Acerbi. Questo pensiero è giusto che possa cancellare il cammino?
“La partita riveste un’importanza grandissima, lo sanno Francesco e i compagni. Ci siamo e vogliamo arrivare dove sapevamo che sarebbe stato difficilissimo. Siete nel calcio da tantissimo, sappiamo che le partite possono indirizzare un’intera stagione ma sappiamo quel che è stato, la strada in salita, le critiche che se non sono pretestuose come spesso accade ci devono essere. Però sappiamo che la partita è di grandissima importanza”.

Come è arrivato a creare questa consapevolezza?
“Lavoro quotidiano. Noi non siamo una rosa con numero elevato. Siamo 20, doppi nei ruoli, abbiamo ragazzi come Zanotti, Carboni e Fontanarosa ma per loro gare così sarebbero complicate. Qualche infortunio ci ha privato di giocatori importanti ma dopo il Mondiale si è creato qualcosa. C’era la speranza di arrivare fin qui ma non era preventivato. Dopo l’ultima sosta il calendario è diventato impossibile da gestire e solo con tanto ricambio potevamo gestirlo come siamo stati bravi a farlo, chiedendo a tutta la rosa un grandissimo contributo”.