Atletica leggera
Diamond League, a Rabat El Bakkali (3000 siepi) illumina. Fred Kerley nei 100 vince ma non convince. Italiani in chiaroscuro
Seconda tappa di Diamond League di atletica che è andata in archivio in quel di Rabat in Marocco. Siamo ad inizio stagione ma ci si aspettava nel complesso qualcosa di più interessante anche se non sono mancate le gare di alto spessore.
Tra le gare di buon livello da segnalare i 110 ostacoli vinti da Rasheed Broadbell, che negli ultimi 20 metri è riuscito a recuperare il gran partente Grant Holloway, per poi vincere con 13.08, quattro centesimi meglio di Holloway. Terzo posto per il redivivo Parchment, autore di un discreto 13.24.
Nei 200 femminili vittoria per Shericka Jackson con un tempo sotto i 22 secondi (21.98) e facendo segnare anche la miglior prestazione dell’anno. La giamaicana ha chiudo daanti alla bahamense Anthonique Strachan (22.15) e a Tamari Davis (22.30) entrambe al personal best.
I 1500 metri sono da sempre territorio di caccia di Jakob Ingebrigtsen, e tanto è stato anche a Rabat. Il norvegese, dopo essere stato lanciato da due lepri, a circa un giro dalla fine si metteva direttamente lui a tirare, per poi vincere in maniera agevole con il tempo di 3:32.59, precedendo di quasi mezzo secondo lo statunitense per Yared Nuguse (3.33.02, PB) e di otto decimi l’australiano Oliver Hoare (3:33.39).
Attese deluse nei 100 metri
La gara più deludente, viste anche le aspettative iniziali, è stata quella dei 100 metri, con Fred Kerley che dopo Yokohama aveva anche minacciato il record del mondo. Tra la terza e la sesta corsia pronti a darsi battaglia Akani Simbine, Ferdinand Omanyala, Fred Kerley e Trayvon Bromell, quanto di meglio possa offrire adesso il panorama mondiale, in assenza di Marcell Jacobs. Alla fine la vittoria è andata a Fred Kerley con una “normale” 9.94, cinque centesimi meglio di Akani Simbine e 11 meglio del deludente Ferdinand Omanyala. Il keniano non è stato brillantissimo in partenza e per poi correre scomposto sul lanciato, dove Kerley ha fatto la differenze.
Tra le gare dai contenuti tecnici più “solidi” va annoverato il lancio del disco, vinto dallo sloveno Kristjan Ceh che ha lanciato l’attrezzo a 70,32 metri. Secondo posto per Daniel Stahl, autore con 69,21 del su o migliore slancio in stagione, mentre terzo è finito il lituano Andrius Gudzius con 66.04.
I 3000 siepi dominati da El Bakkali
Da un punto di vista agonistico e tecnico la gara più bella è stata sicuramente quella dei 3000 siepi, messa dagli organizzatori saggiamente in chiusura, proprio per la presenza di Soufiane El Bakkali. L’idolo di casa, apparso in forma strepitosa, a 600 metri dalla fine staccava tutti facendo praticamente l’ultimo giro in solitaria e chiudendo con un grandissimo 7:56.68 record del meeting e 14º miglior tempo di sempre. Staccatissimo, a quasi 10 secondi, Getnet Wale (8:05. 15) che ha preceduto Abraham Kibiwot (8:05.51). In gara anche litaliano Osama Zoghlami, che ha corso una gara tatticamente saggia, facendo fermare il cronometro sul tempo di 8:14.58, miglior tempo europeo dell’anno.
Italiani in chiaroscuro
Oltre a Osama Zoghlami a Rabat hanno gareggiato altri tre italiani: Catalin Tecuceanu impegnato negli 800 metri, Ludovica cavalli nei 1500 metri e Elena Vallortigara nel salto in alto.
Catalin Tecuceanu all’esordio stagionale sul doppio giro di pista ha chiuso, grazie alla sua proverbiale rimonta, al sesto posto con il tempo di 1:46.76, finendo anche davanti al campione olimpico e mondiale Emmanuel Korir 1:48.42. La vittoria è andata al keniano Emmanuel Wanyonyi (1:44.36) che ha regolato il connazionale Wyclife Kinyamal (1:44.73) e il francese Benjamin Robert (1:45.04).
Bella impressione nei 1500 metri per Ludovica Cavalli che, dopo esser passata ai 400 con 1:00.61, non si è fatta prendere dalla foga di star dietro alle migliori della gara, impegnate in un ritmo veramente alto, gestendo al meglio le energie per chiudere all’ottavo posto con 4:04.82. Per Cavalli ottavo tempo italiano di sempre e personale migliorato di un secondo. A vincere è stata Gudaf Tsegay che ha fatto sognare un clamoroso 3:54.03.
Brutta gara invece per il bronzo mondiale Elena Vallortigara che nel salto in alto si è arenata a 1,87 metri, dopo aver sofferto anche a 1,81. La vittoria è andata all’ucraina Yaroslava Mahuchikh (2,01), 10 cm meglio della seconda, l’altra ucraina Iryna Gerashchenko,
Dopo la tappa di Rabat, il prossimo 2 giugno la Diamond League si sposterà a Firenze per il Golden Gala Pietro Mennea
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