“Solo per la maglia biancorossa”, circa 2mila tifosi dell’Ancona in protesta, ma anche ragazzi delle scuole calcio e famiglie, hanno sfilato con striscioni, bandiere e fumogeni colorati, lungo Corso Garibaldi fino a Palazzo del Popolo, per testimoniare la fede calcistica e protestare contro l’ennesimo rischio di crac per la società che sarebbe il quarto in circa 20 anni: martedì scorso, quando scadevano i termini per le richieste d’iscrizione al campionato.
Il club di proprietà del malese Tony Tiong non aveva saldato circa 430mila euro per pagare gli stipendi ai tesserati nei mesi di marzo e aprile scorsi.
Molto probabilmente il 10 giugno la richiesta di iscrizione in Lega Pro sarà respinta dalla Covisoc.
Una doccia gelata, a colpi di bonifici bluff, che ha surriscaldato la tifoseria biancorossa principalmente quella della Curva Nord la quale ha lanciato l’iniziativa di una manifestazione in centro per ribadire che i tifosi non mollano e che la città non retrocederà ancora, dopo che la squadra aveva guadagnato la salvezza sul campo.
Il rischio è proprio quello di retrocedere, in serie D o Eccellenza, o fallire nel caso in cui altri imprenditori non dovessero subentrare e farsi carico dei debiti.
Davanti al corteo un grande striscione con la scritta “Solo per noi”, seguito da bandiere sventolate, fumogeni e sciarpe, ha raggiunto dal corso principale di Ancona il Palazzo del Popolo dove c’erano ad attendere i tifosi il sindaco Daniele Silvetti che oggi aveva incontrato una delegazione di supporter e aveva convocato la società per chiedere chiarezza sui debiti e sulla volontà dell’attuale proprietà riguardo al futuro del club.
Se le cose precipitassero il Comune cercherà una nuova compagine sociale e tenterà di far ripartire la squadra almeno dalla serie D.