GP d’Italia, Charles Leclerc nella storia: beffate le McLaren

Passione ed emozioni hanno caratterizzato il GP d’Italia. Charles Leclerc vince a Monza rivoluzionando tutti i piani, mettendosi dietro le McLaren di Piastri e Norris. Un gara spettacolare che si è conclusa con la magia del monegasco e la sua formidabile gestione delle gomme.

Go Piastri Go!

Partenza piena di emozioni nel GP d’Italia. Lando Norris azzecca la partenza ma fa meglio il compagno di squadra Piastri che, in curva 2, si prendere la prima posizione. Lungo per Russell che facilita così il passaggio di Charles Leclerc, autore di una partenza strepitosa. Sainz rimane in agguato.

Dopo 12 giri, George Russell è il primo a rientrare ai box per il cambio dell’ala anteriore. Il pilota britannico, con il suo fuori pista, ha compresso una gara per lui molto interessante. Discorso diverso per il compagni di squadra, Hamilton che rimane in sesta posizione alle spalle di Carlos Sainz.

Volano le McLaren

Il primo turno di pit stop ha riportato le McLaren al comando della gara, ma il leader rimane Oscar Piastri. Le Ferrari sono subito dietro che cercano di tenere il passo delle vetture papaya ma il GAP c’è e si nota soprattutto in accelerazione in uscita dalle curve. Buono anche il passo di Hamilton che si tiene in scia alla vettura di Sainz aspettando il momento giusto per affondare il colpo. Stupiscono, invece, le posizioni delle RedBull che non riescono a trovare il modo di tornare competitivi e chiudono la top ten.

Che gara di Leclerc

Il Monegasco vince il GP d’Italia con grande maturità e grande cuore, aiutato anche dal compagno di squadra Sainz che ha rallentato il passo delle McLaren. La strategia della rossa ha funzionato regalando grande gioia al pilota ed ai tifosi. Un gran premio fantastisco, una vittoria fantastica da incorniciare nei corridoi di Maranello.

La Top Ten

1. Charles Leclerc
2. Oscar Piastri
3. Lando Norris
4. Carlos Sainz
5. Lewis Hamilton
6. Max Verstappen
7. George Russell
8. Sergio Perez
9. Alexander Albon
10. Kevin Magnussen