Tennis
Il tennis francese ha una nuova stella, Giovanni Mpetshi Perricard
Mpetshi Perricard la stella del tennis francese
Di giocatori che sono sbarcati nel circuito e hanno impressionato per il loro servizio è piena la storia del tennis. E da quest’anno c’è un nuovo ‘Mister Ace’ da aggiungere alla lista. Si chiama Giovanni ma è francese, ha 21 anni ed è alto 2 metri e 3 centimetri, per quasi cento chili di peso. Un colosso che tra una cannonata e l’altra è arrivato a quota 31 Atp, vincendo due titoli: terra di Lione, sintetico indoor di Basilea. Mpetshi Perricard è il tipico pivot destinato a far male ogni volta che è in battuta, a prescindere dalla superficie. Degno erede dei vari John Isner, Ivo Karlovic, Goran Ivanisevic, Mark Philippoussis.
Gente che ha vinto tanto – chi più chi meno – ma che a volte è stata persino fischiata per quel gioco così essenziale: boom boom e via, senza possibilità di replica. Oggi il tennis ha preso le contromisure a questo tipo di rischio, perché la combinazione campi-palline non è più quella del secolo scorso. E meno male, altrimenti uno come Giovanni sul veloce sarebbe stato davvero totalmente ingiocabile. Invece qualche difesa, tutto sommato, si può provare a organizzare, anche se il povero Ben Shelton, nella finale di Basilea, più di una volta si è rivolto al proprio angolo (e al padre di Roger Federer, seduto in quella zona) con l’espressione di chi non sa cosa fare.
Il nuovo “Mister Ace”
E pensare che Mpetshi Perricard, allenato dal folcloristico Emmanuel Planque (ex di Pouille, Moutet e prima ancora di Llodra e Santoro), non si era reso conto fin da subito del suo potenziale. Era uno che, prima di diventare ‘Mister Ace’, si accontentava di stare lì dalle parti della riga di fondo e provare a organizzare qualche scambio, fondato su un diritto robusto su ma pure su un rovescio a una mano decisamente ballerino. Quando Planque gli ha detto che avrebbe dovuto cambiare tutto, ha fatto una faccia stranita. Ma poi lo ha seguito e adesso cerca di chiudere il discorso dopo tre o quattro colpi. Meglio se dopo uno. Ha una media ace di oltre 18 a partita, qualcosa che va oltre ogni paragone contemporaneo. Chissà che, a causa sua, non si debba pensare di rallentare le superfici ancora un po’.
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